Carta fatta a Mano

In tutta Europa altra carta non s’adopra che quella dé Genovesi
(A.S.G., Archivio Segreto, 2944, 27 maggio 1567)

Mele, il paese della carta fatta a mano, ha conosciuto nel passato un’epoca d’oro nei commerci ed una rinomanza mondiale legati alla sua florida industria cartaria.

Causa prima del fiorire e dell’espandersi della manifattura fu sicuramente l’abbondanza e la costanza delle acque fluviali, che fornivano energia a mulini e ferriere, finché attorno al 1400 non vi fu introdotta l’industria della carta, sviluppatasi a tal punto che nel 1588 furono censite quaranta cartiere.

La carta prodotta tra il Cinquecento e il Seicento era così pregiata da essere la sola usata nelle corti e nelle cancellerie di Spagna e Inghilterra, perché considerata la più solida e l’unica a resistere ai tarli, essendo prodotta con stracci di lino e di canapa.

Era tanta la richiesta di carta genovese che accadde anche allora quello che succede oggi con la contraffazione dei prodotti pregiati, e il Senato della Repubblica di Genova fu costretto a difendere il marchio originale proibendo con legge l’emigrazione di paperai e macchinari fuori dal territorio della Repubblica e vietando l’esportazione degli stracci, materia prima per la produzione cartaria: da allora, probabilmente, ebbe origine il proverbio “tutte e strasse van a Ütri”.

Questa attività ha raggiunto il suo massimo sviluppo verso la fine del Settecento, periodo in cui si contavano nel bacino del Leira circa sessanta cartiere.

Volendo parlare di un rumore caratteristico di queste verdi colline nei secoli passati, potremmo pensare all’allegro gorgogliare dei torrenti, al regolare sciacquio delle loro acque sapientemente incanalate nelle gore o “bei”, accordato col profondo e ripetitivo battito dei magli o “pille” che, mossi dalla forza di caduta dell’acqua, battevano alternativamente nelle vasche di pietra o di marmo per rompere le “strasse”, gli stracci atti ad essere trasformati in carta.

Il Centro di Raccolta, Testimonianza ed Esposizione dell’Arte Cartaria viene inaugurato nel 1997 grazie alla collaborazione del Comune di Mele e della Provincia di Genova ed è sito nell’ex Cartiera Sbaraggia di Acquasanta, risalente al 1756.

E’ qui, in questo “museo della carta“, che si vuol tenere vivo il ricordo del passato, del duro lavoro che si svolgeva tra le mura degli “edifizi per lo papero”, perché ciò che è stato non vada definitivamente perduto, permettendo alle generazioni più giovani di conoscere ed imparare qualcosa di una realtà lontana che costituisce il passato collettivo e le radici storiche tanto della piccola comunità melese quanto di tutti noi.

Il Museo è unico nel suo genere perchè situato all’interno di una fabbrica “do papé” con ancora i vecchi macchinari ed attrezzi utilizzati fino al 1985.

Il percorso espositivo si basa su una funzionale organizzazione degli spazi e impiega aggiornate tecnologie multimediali, per trasmettere con efficacia ai visitatori il suo ricco patrimonio culturale.

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